Fabrizio Giorgi

Fabri­zio Giorgi

Fabri­zio Gior­gi è nato a Livor­no nel 1953, ed ha svol­to nel­la sua cit­tà tut­to il pro­prio per­cor­so arti­sti­co. Tra il 1973 ed il 1983 ha par­te­ci­pa­to a nume­ro­si pre­mi e con­cor­si, e, dal 1975 ad oggi, ha rea­liz­za­to diver­se mostre per­so­na­li e col­let­ti­ve a Livor­no, Geno­va, Pisa, Luc­ca, Firen­ze, Zuri­go, Roma ed in Ger­ma­nia.
La sua atti­vi­tà si è dipa­na­ta attra­ver­so varie e diver­se fasi di lavo­ro, pri­ma col­le­ga­te con una descrit­ti­vi­tà media­ta e per­so­na­liz­za­ta (ope­re che rap­pre­sen­ta­no aspet­ti del­la real­tà, o sog­get­ti par­ti­co­la­ri, o sce­na­ri natu­ra­li con l’utilizzo di mate­ria­li “fisi­ci”, legni o metal­li), poi libe­ra­te dall’ipoteca deno­ta­ti­va e rese dispo­ni­bi­li ad una rifles­sio­ne più rac­col­ta sul mon­do e sul­la vita, infi­ne gio­ca­te sul­la sua capa­ci­tà d’interpretare, più che descri­ve­re, la real­tà.
Di sue mostre per­so­na­li di que­sto perio­do si cita­no quel­la alla Gal­le­ria Ele­fan­te di Livor­no (1981), quel­la di Arte Struk­tu­ra (1996) e due mostre per­so­na­li alla Gal­le­ria Giral­di (con que­sta ha per mol­ti anni col­la­bo­ra­to) del 1998 e del 2000. Nel 2000 è sta­to pre­sen­ta­to dal­la Gal­le­ria Giral­di all’Arte Fie­ra di Bolo­gna e nel 2005 alla For­tez­za Vec­chia di Livor­no.
Nel 2004 entra a far par­te del grup­po “La Casa dell’Arte” di Rosi­gna­no Marit­ti­mo (Livor­no) e svol­ge con esso un’intensa atti­vi­tà espo­si­ti­va e pro­mo­zio­na­le. Sono di que­sto perio­do la per­so­na­le L’Anima del­la Pie­tra (2005) rea­liz­za­ta al Palaz­zo Mari­ni di Rosi­gna­no Marit­ti­mo (a cura de “La Casa dell’Arte”) e alla Tor­re degli Upez­zin­ghi, Cal­ci­na­ia (Pisa), ed anche cer­te sue incur­sio­ni nel cam­po del­la per­for­man­ce, qua­li Ritrat­to (Casa­le Marit­ti­mo 2005), Dan­za di Pri­ma­ve­ra (Ravi, con Gio­van­na Mari­no, 2006), Jeux d’Enfants (Livor­no, Ras­se­gna “Vec­chia For­tez­za Effi­me­ra” 2006), L’Uomo e il Caos (Albis­so­la Mari­na 2007).

Nel 2008 par­te­ci­pa al Sim­po­sio Inter­na­zio­na­le di Scul­tu­ra di Cal­ci­na­ia (Pisa) rea­liz­zan­do Sau­ri in Ver­ti­ca­le, ope­ra instal­la­ta sta­bil­men­te in Piaz­za Indi­pen­den­za di Cal­ci­na­ia. Anco­ra nel 2008 for­ni­sce, con Gio­van­na Mari­no, la com­po­nen­te visi­va dell’evento “Arte e Musi­ca” rea­liz­za­to dall’Istituto Musi­ca­le Masca­gni di Livor­no al Palaz­zo del­la Ghe­rar­de­sca.
Nel dicem­bre 2009 ha rea­liz­za­to un’esposizione per­so­na­le alla Tor­re degli Upez­zin­ghi di Cal­ci­na­ia, inti­to­la­ta Strut­tu­ra e Mate­ria a cura di Bru­no Sul­lo; con un’opera del­la stes­sa serie ha par­te­ci­pa­to nel gen­na­io-apri­le 2010 al pro­get­to Incon­tem­po­ra­nea, a cura di Fran­ce­sco Bozo­lo (Ceci­na, Livor­no, par­co del­la Vil­la Guer­raz­zi, loca­li­tà “La Cin­quan­ti­na”).
Nel 2010 è tra gli arti­sti che han­no rea­liz­za­to a Livor­no (Piaz­za Maz­zi­ni e Par­co Per­ti­ni) il pro­get­to Arte a Per­de­re, arte nei luo­ghi dei cit­ta­di­ni cura­to da Bru­no Sul­lo per con­to de La Casa dell’Arte di Rosi­gna­no Marit­ti­mo e con la com­par­te­ci­pa­zio­ne del Comu­ne di Livor­no. È inol­tre tra i pro­ta­go­ni­sti del­la mostra d’arte con­tem­po­ra­nea Oltre la Pit­tu­ra, rea­liz­za­ta ai Bot­ti­ni dell’Olio, Livor­no, e cura­ta da Bru­no Sul­lo (2011). Par­te­ci­pa alla 54°Esposizione Inter­na­zio­na­le d’Arte del­la Bien­na­le di Vene­zia. Ini­zia­ti­va spe­cia­le per il 150° Anni­ver­sa­rio dell’Unità d’Italia , Sede espo­si­ti­va Mas­sa­ror­sa, La Bril­la di Quie­sa (coor­di­na­ta con i per­cor­si dell’Oasi Lipu di Mas­sa­ciuc­co­li di Vil­la Gino­ri) (2011). Ade­ri­sce alla ras­se­gna L’Accademia Livor­no e il Mare sedi espo­si­ti­ve Gal­le­ria Athe­na e Gal­le­ria Le Stan­ze di Livor­no (2011). Nel 2012 entra a fare par­te del “Grup­po Labro­ni­co” di livor­no. 

Han­no scrit­to: Giu­lio Guig­gi, Gian­car­lo Coc­chia, Osval­do Peruz­zi, Bru­nel­lo Man­ni­ni, Gia­co­mo de Vin­cen­zo, Gior­gio Man­da­lis, Giu­sep­pe Ame­dei, Mano­la Bus­sa­glia, Bru­no Sul­lo, Lodo­vi­co Gie­rut, Maria Ales­san­dra Fer­ra­ri, Fran­ce­sco Mut­ti, Miche­le Pierleoni.

Testo Critico

Aspet­ti del­l’ar­te di Fabri­zio Gior­gi di Miche­le Pierleoni.

Duran­te l’e­spo­si­zio­ne L’Ac­ca­de­mia, Livor­no e il mare, svol­ta­si dal 22 otto­bre al 12 novem­bre due­mi­laun­di­ci nel­la cit­tà labro­ni­ca, per i cen­to­tren­tan­ni del­l’Ac­ca­de­mia Nava­le, negli ambien­ti del­la Gal­le­rie d’Ar­te Athe­na, Le Stan­ze e lo Stu­dio d’Ar­te dell’800, tra gli arti­sti con­tem­po­ra­nei invi­ta­ti, si pote­va­no osser­va­re anche i lavo­ri di Fabri­zio Gior­gi.
L’o­pe­ra pub­bli­ca­ta nel pre­sen­te arti­co­lo Memo­rie è sta­ta rea­liz­za­ta in occa­sio­ne del­la mostra che ver­te­va appun­to sul­l’Ac­ca­de­mia, la cit­tà di Livor­no e il mare, ele­men­to che ha segna­to e con­ti­nua a carat­te­riz­za­re la sto­ria del­la cit­tà tir­re­ni­ca e del­la pre­sti­gio­sa isti­tu­zio­ne mili­ta­re.
Memo­rie è una pit­to-scul­tu­ra di gran­di dimen­sio­ni che ci per­met­te di ana­liz­za­re appro­fon­di­ta­men­te que­sto filo­ne crea­ti­vo per­se­gui­to da Gior­gi, che è da mol­ti anni impe­gna­to nel­la tra­spo­si­zio­ne di alcu­ni ele­men­ti con­no­ta­ti­vi di Livor­no, in com­po­si­zio­ni, rea­liz­za­te attra­ver­so l’as­sem­bla­men­to di mate­ria­li di recu­pe­ro e non, uni­ti dal­la pit­tu­ra che vie­ne pie­ga­ta alle esi­gen­ze for­te­men­te scul­to­ree di tali lavo­ri.
Quel­lo descrit­to dal nostro in que­st’o­pe­ra è un bra­no del quar­tie­re Vene­zia, anco­ra deli­nea­to dai carat­te­ri­sti­ci bar­co­ni che ormeg­gia­va­no lun­go i fos­si. Appa­ren­te­men­te può sem­bra­re un ricor­do lon­ta­no nel tem­po anche se fino a non mol­to tem­po fa, alcu­ne di que­ste imbar­ca­zio­ni si pote­va­no vede­re nel­l’ac­que dei cana­li, pri­ma di abban­do­na­re per sem­pre i luo­ghi che per seco­li ne ave­va­no visto movi­men­ta­re i traf­fi­ci di mer­ci, dal por­to ver­so la cit­tà.
Que­sto sog­get­to (i bar­co­ni nei cor­si d’ac­qua del­la vec­chia Livor­no) è sta­to indi­scu­ti­bil­men­te ama­to dal­la pit­tu­ra livor­ne­se duran­te tut­to il cor­so del Nove­cen­to, ed ha sen­za alcun dub­bio avu­to in Mario Puc­ci­ni l’e­se­cu­to­re più tra­sci­nan­te e di gran­de impat­to com­po­si­ti­vo. In par­ti­co­lar modo nei gran­di car­bon­ci­ni che il mae­stro Post­mac­chia­io­lo ese­gue assem­blan­do mas­se di imbar­ca­zio­ni in lavo­ri dal­la pro­spet­ti­va spes­so for­za­ta, pos­sia­mo rin­trac­cia­re l’in­ci­si­vi­tà e l’ar­di­tez­za pro­spet­ti­ca del­le imbar­ca­zio­ni che carat­te­riz­za­no i lavo­ri di Gior­gi, impe­gna­to nel­l’at­tua­liz­za­re la sto­ria ico­no­gra­fi­ca di così impor­tan­te fon­te ispi­ra­ti­va.
Fabri­zio in tale ope­ra, ren­de le bar­che asso­lu­te pro­ta­go­ni­ste sul­la ribal­ta del pri­mo pia­no, dove l’at­ten­zio­ne vie­ne imme­dia­ta­men­te cat­tu­ra­ta dal­la for­za pla­sti­ca del gran­de sca­fo, che emer­ge in manie­ra pre­pon­de­ran­te dal con­te­sto com­po­si­ti­vo, men­tre le altre sago­me di navi­gli crea­no un sicu­ro e soli­do trian­go­lo com­po­si­ti­vo, che equi­li­bra l’o­pe­ra dan­do­le tri­di­men­sio­na­li­tà e pro­fon­di­tà. Se il pri­mo pia­no, scu­ro, resti­tui­sce il sapo­re dei bar­co­ni, for­se da poco rin­vi­go­ri­ti dai cala­fa­ti, que­sto vie­ne alleg­ge­ri­to nel­la suc­ces­sio­ne di pia­ni da costru­zio­ni pre­te­sto, veri bloc­chi di colo­re alie­na­bi­li dal con­te­sto cit­ta­di­no, che resti­tui­sco­no un sen­so d’in­quie­tu­di­ne pret­ta­men­te nove­cen­te­sco al pae­sag­gio urba­no.
L’o­pe­ra ci per­met­te di osser­va­re una ricer­ca di sem­pli­fi­ca­zio­ne sul sog­get­to intra­pre­sa da anni dal­l’ar­ti­sta, vol­ta ad una sin­te­si e decon­te­stua­liz­za­zio­ne dal luo­go ele­va­to alla tra­scri­zio­ne in pit­to-scul­tu­ra. Ora­mai non si tro­va trac­cia di ele­men­ti uma­ni in que­sti pae­sag­gi di Gior­gi, ma l’au­to­re si con­cen­tra su alcu­ni moti­vi foca­liz­za­ti nel suo per­cor­so ela­bo­ra­ti­vo; ripe­tu­ti, assi­mi­la­ti e con­ti­nua­men­te rimo­del­la­ti in una sor­ta di gio­co in bili­co tra sogno, memo­ria e poe­sia che è insi­ta nel­lo spi­ri­to di chi crea arte.
E pro­prio un sen­so di diver­ti­men­to carat­te­riz­za la scul­tu­ra pre­sen­ta­ta in quar­ta di coper­ti­na, Bar­co­ni, dove abbia­mo un chia­ro esem­pio di come gli ogget­ti che dan­no una cifra sti­li­sti­ca al sin­go­lo auto­re pos­so­no dare infi­ni­ti spun­ti e crea­re nuo­vi pro­get­ti lavo­ra­ti­vi.
In esso si ritro­va­no ele­men­ti del­la cit­tà di Livor­no, un mez­z’ar­co di un pon­te sui fos­si, i cana­li e i bar­co­ni che ne ani­ma­no le acque, tut­ti moti­vi che diven­go­no “ricor­di” di vita, ogget­ti che dal­l’in­con­scio di Gior­gi si mate­ria­liz­za­no davan­ti a noi, in una scom­po­si­zio­ne di pia­ni che aggiun­ge, a mio avvi­so, una con­no­ta­zio­ne di intrec­ci emo­zio­na­li alla dina­mi­ca di tri­di­men­sio­na­li­tà spa­zia­le. É pos­si­bi­le defi­nir­la un’o­pe­ra oni­ri­ca in cui nel sogno si mesco­la­no le car­te di quan­to si vede nel­la real­tà, con indub­bie sug­ge­stio­ni meta­fi­si­che; que­sta scul­tu­ra avreb­be sicu­ra­men­te susci­ta­to nel “pic­tor opti­mus”, Gior­gio De Chi­ri­co, curio­si­tà e inte­res­se ricor­dan­do­gli sot­ti­li asso­nan­ze con la Fon­ta­na dei Bagni Miste­rio­si, rea­liz­za­ta nel 1973 da Giu­lio Mac­chi su suo pro­get­to e situa­ta nel giar­di­no del­la Trien­na­le nel Par­co Sem­pio­ne di Mila­no.
In con­clu­si­ne, se da un lato la tema­ti­ca dei bar­co­ni, pre­sen­ta­ta in que­sti due lavo­ri, può esse­re let­ta come ricor­do, assi­mi­la­zio­ne e rie­la­bo­ra­zio­ne di ele­men­ti per­si del­la nostra sto­ria di col­let­ti­vi­tà cit­ta­di­na, dal­l’al­tro assur­ge un signi­fi­ca­to archeo­ti­pi­co, ponen­do inter­ro­ga­ti­vi in colui che ne osser­va le for­me, che per mez­zo di un’im­bar­ca­zio­ne, può sol­ca­re i mari, pron­to per il lun­go viag­gio dell’esistenza.

Miche­le Pier­leo­ni in La Bal­la­ta, anno XXXVI, n° 1 — 2012.

Le opere

Le novità della galleria